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Torcicollo Spasmodico

J Am Osteopath Assoc. 2000 Mar;100(3):148-50. Refractory torticollis after a fall. Kaprow MG, Sandhouse M.

Il torcicollo spasmodico è una distonia muscolare caratterizzata da contrazioni involontarie continue o intermittenti dei muscoli del collo. Il trattamento utilizzato più frequentemente include l’uso di botulino e raramente l’approccio chirurgico. E’ indicato il trattamento osteopatico dell’XI nervo cranico e del tratto cervico-dorsale della colonna vertebrale. L’articolo proposto descrive una paziente con torcicollo insorto in seguito a una caduta. La donna di 62 anni lamentava dolore sul lato destro del collo e a livello della spalla con ridotta mobilità da 3 settimane. Il dolore era cominciato gradualmente alcuni giorni prima in seguito a una caduta in un buco nella quale aveva impattato il piede e il braccio sinistro. 96 ore dopo il trauma la donna presentava dolore costante dalla base del capo fino alla spalla che si accentuava con i movimenti del collo e che non migliorava con l’utilizzo di miorilassanti. All’esame obiettivo i movimenti in cervicale risultavano ridotti e l’occipite posizionato in modo disfunzionale. Dopo il primo trattamento osteopatico la paziente è risultata asintomatica per due giorni, ma i sintomi si sono poi ripresentati con le caratteristiche precedenti. Il secondo trattamento è stato impostato sulla correzione delle disfunzioni riscontrate a livello pelvico, verosimilmente in seguito all’appoggio del piede impattato nell’urto. Dopo il secondo trattamento la paziente non ha più presentato disturbi. Questo caso clinico insegna che il torcicollo refrattario al trattamento farmacologico può essere affrontato dall’osteopata che, oltre a valutare le alterazioni a livello locale, estende il suo esame anche in altre regioni del corpo, che possono essere disfunzionali.

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cervicale

 

Sindrome dello Stretto Toracico

J Am Osteopath Assoc. 2011 Sep;111(9):543-7. Ultrasonography-guided osteopathic manipulative treatment for a patient with thoracic outlet syndrome. Sucher BM.

La sindrome dello stretto toracico è un disturbo doloroso che può colpire il braccio fino alla mano con dolori molto intensi associati spesso a formicolii, perdita di forza, o alterazioni di colore/temperatura dell’arto coinvolto. La sindrome dello stretto toracico coinvolge frequentemente la compressione del fascio neurovascolare da parte del muscolo piccolo pettorale che risulta deformato secondo un angolo preciso. I pazienti con sindrome dello stretto toracico possono essere trattati con l’osteopatia per alleviare le disfunzioni o le restrizioni del muscolo piccolo pettorale e la conseguente compressione del plesso brachiale. L’ultrasonografia neuromuscolare può mostrare le anormalità dello stretto toracico che sono trattabili con l’osteopatia e può essere usata per monitorare l’intervento del trattamento. Il caso clinico proposto mostra una deformazione del piccolo pettorale e la compressione del plesso brachiale in una donna di 32 anni con sindrome dello stretto toracico trattata osteopaticamente con successo. La donna lamentava dolore all’arto superiore sinistro con sensazione di addormentamento dell’arto stesso e debolezza negli ultimi 18 mesi. I formicolii coinvolgevano specialmente le prime tre dita della mano. L’esame clinico non ha riscontrato anormalità se non una restrizione del piccolo pettorale di sinistra con una positività per la sindrome dello stretto toracico allo stress in stiramento del muscolo stesso. Essendo stato dimostrato su dissezioni cadaveriche che alcune posizioni dell’arto superiore possono comprimere il plesso brachiale, il trattamento osteopatico è stato improntato sul rilascio miofasciale del piccolo pettorale che ha comportato anche un riposizionamento corretto della scapola. I risultati dell’ultrasonografia neuromuscolare sono stati usati per valutare il grado di deformazione del pettorale ad arco e hanno confermato la diagnosi. Il trattamento osteopatico è stato applicato e monitorato usando l’ultrasonografia neuromuscolare per confermare che la mano dell’operatore che trattava fosse a diretto contatto con il piccolo pettorale. I sintomi della paziente sono diminuiti in modo netto immediatamente dopo il trattamento. I risultati di un secondo esame con ultrasonografia neuromuscolare hanno mostrato come la forma ad arco del pettorale fosse diminuita entro un range di normalità è ciò ha confermato che la deformazione del piccolo pettorale si fosse ridotta.

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outlet

Osteopatia e Osteoporosi

J Am Osteopath Assoc. 2008 Oct;108(10):575-85. Prevention, diagnosis, and management of osteoporosis-related fracture: a multifactoral osteopathic approach. Gronholz MJ.

Negli Stati Uniti circa 30 milioni di donne e 10 milioni di uomini di età superiore ai 50 anni soffrono di osteoporosi, ridotta densità ossea, o entrambe, il che comporta un alto rischio di fratture debilitanti. Nonostante l’elevata frequenza e le serie di conseguenze mediche dell’osteoporosi, molti pazienti a rischio vengono sottoposti in modo inadeguato a screening e diagnosi prima che si presenti una frattura sintomatica. Gli osteopati sono gli unici a promuovere un approccio multifattoriale durante la valutazione del paziente, la prevenzione della patologie e un trattamento. Nell’articolo proposto l’autore ha analizzato questo approccio in letteratura. Esistono dei test di screening che si basano su semplici fattori prestabiliti che sono in grado di individuare i pazienti a rischio. Gli interventi per ridurre la probabilità di frattura dovrebbero includere strategie non farmacologiche come la modificazione dei fattori di rischio, indicazioni alimentari, integratori della dieta, esercizio fisico e trattamento osteopatico. Gli interventi farmacologici dovrebbero essere presi in considerazione per pazienti con ridotta densità ossea o con precedenti fratture vertebrali o di anca. Una gestione multifattoriale e una strategia di intervento sono raccomandate per ridurre sostanzialmente il rischio di frattura e per migliorare le coondizioni del paziente a lungo termine. Nello specifico il ruolo che dovrebbe avere in questo ambito l’osteopatia sarebbe quello di normalizzare la mobilità articolare, bilanciare le tensioni dei tessuti molli, supportare l’innata capacità di movimento del corpo, migliorare la circolazione, e migliorare la sensazione di benessere del paziente. Diverse tecniche osteopatiche utilizzate durante la riabilitazione possono aiutare a rimuovere le disfunzioni somatiche che impediscono la normale attività e la deambulazione. Nel caso di pazienti con severa osteoporosi l’operatore dovrà valutare attentamente il rapporto rischio-beneficio, tenendo in conto che alcune tecniche considerate efficaci non hanno però alle spalle appropriati studi.

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neoplasie

Approccio Osteopatico in Gravidanza

J Am Osteopath Assoc. 2012 Jun;112(6):343-6. Osteopathic manipulative treatment in pregnant women. Lavelle JM.

La gravidanza comporta cambiamenti fisiologici e strutturali che alterano la normale funzionalità corporea. Affiancare il trattamento osteopatico alla medicina tradizionale può garantire l’omeostasi e migliorare la qualità di vita della donna, aiutando il corpo ad adattarsi ai cambiamenti. Secondo la filosofia osteopatica struttura e funzione sono tra loro correlate, perciò durante la gravidanza la donna, andando incontro a enormi cambiamenti strutturali per accogliere il feto, subirà un profondo cambiamento anche sulla funzionalità. Il rilascio di alcuni ormoni come la relaxina e il progesterone cambiano la fisiologia corporea, esagerando lo stress anatomico sul corpo materno poichè aumentano la lordosi lombare e lo stress  sui muscoli estensori del tronco. Inotre la presenza del feto nella pelvi può comprimere il plesso sacrale, il che può provocare dolore sciatico e parestesie alle gambe. Altri cambiamenti fisici possono indurre delle variazioni nella funzionalità di vari sistemi (viscerale, vascolare). In accordo con i principi osteopatici di autoregolazione e autoguarigione, applicare il trattamento manipolativo osteopatico può migliorare e ottimizzare la funzione fisiologica, alleviando disfunzioni somatiche e migliorando la qualità di vita delle donne gravide. L’effetto del trattamento osteopatico in gravidanza riguarda:

  • Interazioni viscero-somatiche: sulla base degli studi di Louisa Burns e di Irvinn Korr il trattamento osteopatico potrebbe lavorare sulla cervice uterina sia in senso stimolatorio, per indurre e accorciare i tempi del parto, che in senso inibitorio per limitare il rischio di un parto pretermine.
  • Durata del parto: lo studio di Whiting del 1911 condotto su 223 gravide ha mostrato come la media di ore del parto variasse da una media di 9 ore e 54 minuti nelle donne primipare che avevano ricevuto dei trattamenti osteopatici in gravidanza, a una media di 21 ore e 6 minuti in quelle che non avevano ricevuto trattamenti. Nelle multipare la media variava da 6 ore e 19 minuti nelle donne trattate con l’osteopatia a 11 ore e 41 minuti nelle donne non trattate. Risultati simili sono stati ottenuti negli studi di Hart (1918), Gitlin e Wolf (1992) e King et al (2003). Questi ultimi hanno dimostrato anche come con il trattamento osteopatico in gravidanza diminuisse la probabilità di presenza di meconio nel liquido amniotico, di utilizzo di forcipe durante il parto oltre che di prevalenza di parti pretermine.
  • Salute cardio-vascolare: uno studio di Burns ha dimostrato come la stimolazione di alcune vertebre toraciche possa dare un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Al contrario il trattamento osteopatico della cervicale alta può regolare i sintomi di un’iperstimolazione del nervo vago a livello caridaco. Queste tecniche possono essere applicate alle donne in gravidanza che fisiologicamente sono sottoposte a stress cardiaco, durante la seconda metà della gravidanza, per aumentato carico sanguigno, e possono andare a regolare frequenza cardiaca e pressione arteriosa. Inoltre nelle donne in gravidanza aumentano i fluidi corporei con difficoltà al ritorno venoso. Questo disturbo può essere accentuato dalla forma della gabbia toracica che tende a chiudersi per compensare l’iperlordosi lombare. La tensione a livello diaframmatico e la pressione da parte del feto sulla vena cava possono creare stasi venosa con associati alcuni sintomi quali nausea, cefalea, tunnel carpale. Il trattamento osteopatico può migliorare il drenaggio linfatico e venoso.
  • Mal di schiena: nel 1996 uno studio su 200 donne incinte ha riportato che il 76% ha sofferto di mal di schiena durante la gravidanza, con un picco di dolore intorno alla 24esima settimana. Alcuni studi hanno dimostrato come il trattamento osteopatico possa ridurre questi dolori, tra questi uno pubblicato sul Family Practice Research Journal ha riscontrato che il 91% delle donne incinte ha avuto beneficio sul dolore lombare dopo aver ricevuto il trattamento manipolativo.

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stitichezza