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Approccio Osteopatico in Gravidanza

J Am Osteopath Assoc. 2012 Jun;112(6):343-6. Osteopathic manipulative treatment in pregnant women. Lavelle JM.

La gravidanza comporta cambiamenti fisiologici e strutturali che alterano la normale funzionalità corporea. Affiancare il trattamento osteopatico alla medicina tradizionale può garantire l’omeostasi e migliorare la qualità di vita della donna, aiutando il corpo ad adattarsi ai cambiamenti. Secondo la filosofia osteopatica struttura e funzione sono tra loro correlate, perciò durante la gravidanza la donna, andando incontro a enormi cambiamenti strutturali per accogliere il feto, subirà un profondo cambiamento anche sulla funzionalità. Il rilascio di alcuni ormoni come la relaxina e il progesterone cambiano la fisiologia corporea, esagerando lo stress anatomico sul corpo materno poichè aumentano la lordosi lombare e lo stress  sui muscoli estensori del tronco. Inotre la presenza del feto nella pelvi può comprimere il plesso sacrale, il che può provocare dolore sciatico e parestesie alle gambe. Altri cambiamenti fisici possono indurre delle variazioni nella funzionalità di vari sistemi (viscerale, vascolare). In accordo con i principi osteopatici di autoregolazione e autoguarigione, applicare il trattamento manipolativo osteopatico può migliorare e ottimizzare la funzione fisiologica, alleviando disfunzioni somatiche e migliorando la qualità di vita delle donne gravide. L’effetto del trattamento osteopatico in gravidanza riguarda:

  • Interazioni viscero-somatiche: sulla base degli studi di Louisa Burns e di Irvinn Korr il trattamento osteopatico potrebbe lavorare sulla cervice uterina sia in senso stimolatorio, per indurre e accorciare i tempi del parto, che in senso inibitorio per limitare il rischio di un parto pretermine.
  • Durata del parto: lo studio di Whiting del 1911 condotto su 223 gravide ha mostrato come la media di ore del parto variasse da una media di 9 ore e 54 minuti nelle donne primipare che avevano ricevuto dei trattamenti osteopatici in gravidanza, a una media di 21 ore e 6 minuti in quelle che non avevano ricevuto trattamenti. Nelle multipare la media variava da 6 ore e 19 minuti nelle donne trattate con l’osteopatia a 11 ore e 41 minuti nelle donne non trattate. Risultati simili sono stati ottenuti negli studi di Hart (1918), Gitlin e Wolf (1992) e King et al (2003). Questi ultimi hanno dimostrato anche come con il trattamento osteopatico in gravidanza diminuisse la probabilità di presenza di meconio nel liquido amniotico, di utilizzo di forcipe durante il parto oltre che di prevalenza di parti pretermine.
  • Salute cardio-vascolare: uno studio di Burns ha dimostrato come la stimolazione di alcune vertebre toraciche possa dare un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Al contrario il trattamento osteopatico della cervicale alta può regolare i sintomi di un’iperstimolazione del nervo vago a livello caridaco. Queste tecniche possono essere applicate alle donne in gravidanza che fisiologicamente sono sottoposte a stress cardiaco, durante la seconda metà della gravidanza, per aumentato carico sanguigno, e possono andare a regolare frequenza cardiaca e pressione arteriosa. Inoltre nelle donne in gravidanza aumentano i fluidi corporei con difficoltà al ritorno venoso. Questo disturbo può essere accentuato dalla forma della gabbia toracica che tende a chiudersi per compensare l’iperlordosi lombare. La tensione a livello diaframmatico e la pressione da parte del feto sulla vena cava possono creare stasi venosa con associati alcuni sintomi quali nausea, cefalea, tunnel carpale. Il trattamento osteopatico può migliorare il drenaggio linfatico e venoso.
  • Mal di schiena: nel 1996 uno studio su 200 donne incinte ha riportato che il 76% ha sofferto di mal di schiena durante la gravidanza, con un picco di dolore intorno alla 24esima settimana. Alcuni studi hanno dimostrato come il trattamento osteopatico possa ridurre questi dolori, tra questi uno pubblicato sul Family Practice Research Journal ha riscontrato che il 91% delle donne incinte ha avuto beneficio sul dolore lombare dopo aver ricevuto il trattamento manipolativo.

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stitichezza

Osteopatia e bruxismo

J Manipulative Physiol Ther. 2003 Jul-Aug;26(6):E16 Vectored upper cervical manipulation for chronic sleep bruxism, headache, and cervical spine pain in a child. Knutson GA.

Il bruxismo notturno è definito come digrignamento dei denti caratterizzato da un’attività del muscolo massetere  che si presenta in modo ritmico e da suoni udibili che non sono riproducibili durante lo stato di veglia. Il bruxismo notturno è riportato nel 14%-20% dei bambini di età inferiore agli 11 anni con una media di 5 episodi a notte. Si pensa che il bruxismo sia scatenato da fattori stressogeni fisici o emozionali che producono un’attivazione dei muscoli masticatori durante il sonno. Esistono una serie di problemi fisici relazionati al bruxismo notturno, tra cui problemi occlusali, disturbi del sistema nervoso, alterazioni genetiche, fattori sistemici, allergie, risveglio parziale dal sonno, disfunzioni della colonna cervicale. Per fattori psicologici si intende in modo generico lo stress. I sintomi associati al bruxismo notturno includono: dolore al collo, alla schiena, alla spalla o al petto, rigidità mattutina e dolorabilità dell’articolazione temporo-mandibolare. Il caso clinico proposto riguarda una bambina di 6 anni che lamenta dolore al collo, cefalea e bruxismo notturno da circa due mesi in modo piuttosto intenso. Il bruxismo è già presente da due anni con una media di 5 notti su 7 per 10-12 episodi a notte. Il dentista attribuisce il disturbo allo stress e consiglia un bite. Viene effettuata al contempo una visita chiropratica, in cui emergono tensione a livello della muscolatura cervicale e un’asimmetria a livello della seconda vertebra cervicale che crea scompenso a livello di tutto lo schema posturale della piccola paziente. Sulla base di alcune evidenze scientifiche, previa approvazione dei genitori, si opta per la manipolazione della prima vertebra cervicale. Al follow up due giorni dopo la bambina si presenta senza distorsioni a livello della colonna vertebrale e con solo piccole tensioni della muscolatura cervicale. La madre riferisce la presenza di un solo episodio a notte di bruxismo. Al follow up a due settimane di distanza la paziente si presenta asintomatica e in assenza di bruxismo notturno.

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brux

Trattamento dei sintomi del sistema urinario

J Bodyw Mov Ther. 2013 Jan;17(1):11-8. Osteopathic manipulative treatment (OMT) for lower urinary tract symptoms (LUTS) in women. Franke H, Hoesele K.

I sintomi del tratto inferiore del sistema urinario hanno un importante impatto nel benessere della donna, oltre che degli elevati costi economici; per questo motivo richiedono particolare attenzione da parte delle figure sanitarie. L’obiettivo di questa review (revisione di vari studi sull’argomento) è stato quello di determinare l’effetto clinico del trattamento osteopatico sui disturbi del tratto urinario inferiore nelle donne. Sono stati analizzati diversi studi che avessero come partecipanti donne di almeno 18 anni con disturbi a livello del sistema urinario, in assenza di patologie quali disturbi neurologici, tumori, infezioni del tratto urinario e non in stato di gravidanza o di terapia antibiotica. L’analisi quantitativa ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante quando l’intervento osteopatico è stato confrontato con il gruppo non trattato. Lo stesso effetto terapeutico sembrerebbero invece avere il trattamento osteopatico e il lavoro di training del pavimento pelvico. I riscontri degli studi sono promettenti e incoraggiano a condurre studi più ampi e rigorosi sull’intervento osteopatico nei disturbi urinari delle donne.

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Dismenorrea: che cos’è

Clin Evid (Online). 2011 Feb 21;2011. pii: 0813. Dysmenorrhoea. Latthe PM, Champaneria R, Khan KS.

La dismenorrea è definita come dolore mestruale di origine uterina. Si classifica comunemente in dismenorrea primaria (dolore senza una patologia organica) e secondaria (dolore pelvico associato a una condizione patologica definita, come per esempio l’endometriosi o cisti ovariche). L’insorgenza della dismenorrea primaria è solitamente poco dopo il menarca (6-12 mesi), quando i cicli ovarici si sono stabilizzati. Il dolore dura comunemente dalle 8 alle 72 ore e si associa spesso all’inizio del ciclo mestruale. La dismenorrea secondaria può comparire in un momento qualunque dopo il menarca, ma può insorgere per la prima volta anche intorno alla quarta o quinta decade di vita nella donna, in seguito ad alcune particolari condizioni. Le definizioni di dismenorrea sono molteplici e questo rende difficile determinare un’incidenza precisa. Gli studi riportano che il disturbo sia più frequente nelle adolescenti, anche se non sempre è specificato il tipo di dismenorrea a cui si fa riferimento. Le ragazze adolescenti tendono ad avere una prevalenza maggiore di dismenorrea primaria rispetto alle donne più anziane, infatti la dismenorrea primaria può migliorare con l’età. La dismenorrea secondaria può essere meno frequente nelle adolescenti, dal momento che può non essersi ancora presentata la causa scatenante. Diversi studi hanno evidenziato una differente incidenza in donne di età e nazionalità differenti. Considerate queste variabili, da sondaggi condotti in ospedali di diverse nazioni l’incidenza del fenomeno si è rivelata compresa tra il 45% e il 95%, da una review tra il 25% e il 50% di donne adulte e il 75% delle adolescenti, con il 5%-20% che ha riportato dolore molto intenso che impediva le normali attività quotidiane. Un altro studio con un campione rappresentativo di una generale popolazione mondiale ha evidenziato una incidenza del 59%, con una frequenza in UK compresa tra il 45% e il 97%.

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gennaio

 

Osteopatia e Prematuri

BMC Pediatr. 2013 Apr 26;13:65. Effect of osteopathic manipulative treatment on length of stay in a population of preterm infants: a randomized controlled trial. Cerritelli F, Pizzolorusso G, Ciardelli F, La Mola E, Cozzolino V, Renzetti C, D’Incecco C, Fusilli P, Sabatino G, Barlafante G.

L’applicazione del trattamento osteopatico manipolativo nei neonati pretermine è stato documentato e i risultati degli studi precedenti suggeriscono un’associazione tra il trattamento e una ridotta permanenza in ospedale, così come significativi miglioramenti in molti parametri clinici. Lo scopo dello studio proposto è stato quello di indagare l’effetto del trattamento osteopatico sulla durata di permanenza in ospedale dei neonati prematuri. Sono stati arruolati 110 prematuri di età gestazionale compresa tra le 28 e le 38 settimane e sono stati divisi in un gruppo di studio e un gruppo di controllo. Tutti i soggetti hanno ricevuto per l’intero periodo di ospedalizzazione le cure pediatriche di routine, mentre il gruppo di studio ha ricevuto anche il trattamento osteopatico. I parametri valutati includevano la differenza in lughezza di permanenza in ospedale e l’incremento di peso giornaliero. I risultati hanno mostrato una significativa associazione tra il trattamento osteopatico e la riduzione della lunghezza di permanenza in ospedale (26.1±16.4 giorni per i pazienti nel gruppo di studio vs 31.3±20.2 giorni per i pazienti nel gruppo di controllo), mentre non c’era associazione tra la manipolazione e il guadagno di peso giornaliero. Questo studio suggerisce quindi che il trattamento osteopatico potrebbe avere un ruolo importante nella gestione dei neonati pretermine ospedalizzati.

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Osteopatia e vertigini

J Am Osteopath Assoc. 2008 May;108(5):260-3. Modified Muncie technique: osteopathic manipulation for eustachian tube dysfunction and illustrative report of case. Channell MK.

La disfunzione della tuba di Eustachio è definita come l’incapacità della tuba di aprirsi sufficientemente durante la deglutizione e lo sbadiglio, causando una differente pressione all’interno e all’esterno dell’orecchio medio. Le allergie, le infezioni delle vie aeree superiori, i rapidi cambi di altitudine, una piccola tuba di Eustachio, tumori del nasofaringe o adenoidi ingrossate possono contribuire a creare una disfunzione della tuba di Eustachio. Molti sintomi possono comparire come risultato di una disfunzione della tuba di Eustachio, come la barotite media, l’otalgia, problemi all’udito temporanei e vertigini. Il trattamento comprende diverse opzioni dagli antibiotici alla chirurgia, ma esistono semplici soluzioni di trattamento manipolativo poco documentate, una delle quali è stata utilizzata nel caso clinico illustrato. Una donna di 37 anni si presenta con vertigini che durano pochi minuti ma molto destabilizzanti insorte nell’ultima settimana dopo un movimento del capo. Non soffre di cefalea, alterazioni della vista o problemi respiratori, ma ha delle allergie stagionali tenute sotto controllo. All’esame clinico emerge una perdita di udito dal lato destro e all’esame obiettivo si manifestano importanti disfunzioni a livello cervicale. La diagnosi è di otite media conseguente ad allergie stagionali. La paziente viene trattata con tecniche a energia muscolare, fasciali e manipolative. Viene eseguita la tecnica di Muncie, una specifica manipolazione a livello cranico sull tuba di Eustachio. Per una settimana la paziente non presenta episodi di vertigine, che ricompaiono tuttavia in seguito. Dopo il secondo trattamento i sintomi scompaiono definitivamente. La semplicità di questa tecnica ne permette il suo utilizzo e incoraggia la sua inclusione nei futuri protocolli di ricerca.

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Trattamento Osteopatico nella Depressione

J Am Osteopath Assoc. 2001 Sep;101(9):517-23. Adjunctive osteopathic manipulative treatment in women with depression: a pilot study. Plotkin BJ, Rodos JJ, Kappler R, Schrage M, Freydl K, Hasegawa S, Hennegan E, Hilchie-Schmidt C, Hines D, Iwata J, Mok C, Raffaelli D.

Pochissimi sono gli studi che hanno valutato il ruolo che il trattamento manipolativo può avere sullo stato d’animo del paziente. Tuttavia già agli albori dell’osteopatia si erano evidenziate variazioni nell’umore del paziente, riduzione della permanenza in ospedale e risoluzione della depressione negli anziani. Gli autori dello studio proposto hanno valutato l’impatto del trattamento osteopatico, in aggiunta al trattamento psichiatrico standard, in donne depresse. Le donne scelte, in età premenopausale, sono state divise in un gruppo di trattamento (terapia medica standard più trattamento osteopatico) e in un gruppo di controllo (solo terapia medica standard). Entrambi i gruppi hanno ricevuto terapia farmacologica e psicoterapia. Non erano presenti grosse differenze tra i gruppi per età e severità di patologia. Dopo 8 settimane il 100% delle pazienti facenti parte del gruppo di trattamento osteopatico e il 33% delle pazienti facenti parte del gruppo di controllo sono risultate nella norma alla valutazione psicologica. Al termine dello studio non sono risultati cambiamenti nei livelli di produzione di citochine o disfunzioni somatiche. I riscontri di questo studio pilota indicano che l’osteopatia può essere un trattamento efficace in aggiunta al trattamento medico standard in donne depresse.

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dismenorrea

Osteopatia e funzione visiva

J Am Osteopath Assoc. 2010 Apr;110(4):239-43. Effect of osteopathy in the cranial field on visual function–a pilot study. Sandhouse ME, Shechtman D, Sorkin R, Drowos JL, Caban-Martinez AJ 3rd, Patterson MM, Shallo-Hoffmann J, Hardigan P, Snyder A.

 Gli effetti dell’osteopatia in ambito cranio-sacrale sulle variazioni del campo visivo e sull’allineamento binoculare degli occhi sono stati scarsamente analizzati in letteratura. Gli autori dell’articolo proposto hanno valutato se l’osteopatia possa dare un cambiamento immediato e misurabile nella funzione visiva in un campione di adulti con asimmetria cranica. I candidati reclutati sono stati adulti volontari di età compresa tra i 18 e i 35 anni, senza strabismo o patologie oculari o sistemiche attive. Sono stati inclusi nello studio pazienti con errori di rifrazione (con un range compreso tra 6 diottrie di miopia e 5 di ipermetropia) astigmatismo regolare (tutti i gradi) e disfunzioni craniche. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: il gruppo di trattamento ha ricevuto un singolo intervento osteopatico di correzione della disfunzione cranica, il gruppo di controllo ha ricevuto leggere pressioni craniche senza un vero trattamento osteopatico. L’esame optometrico pre e post intervento comprendeva: test di acuità visiva a distanza, test per il sistema accomodante, test di stereoacuità locale, misurazione del diametro pupillare, test per il sistema di convergenza. Per la maggior parte dei test effettuati il gruppo che ha ricevuto il trattamento osteopatico ha avuto risultati statisticamente significativi rispetto al gruppo di controllo che ha ricevuto un finto trattamento manipolativo. Lo studio proposto suggerisce quindi che l’osteopatia in ambito cranio-sacrale possa avere degli effetti benefici sulla funzione visiva in adulti con un’asimmetria cranica.

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ansia

Osteopatia e incontinenza

Rev Med Univ Navarra. 2004 Oct-Dec;48(4):18-31. Urinary incontinence and other pelvic floor damages: ethilogy and prevention strategies Amóstegui Azcúe JM, Ferri Morales A, Lillo De La Quintana C, Serra Llosa ML.

L’incontinenza urinaria, così come un danno a livello del pavimento pelvico, o una lacerazione muscolare di terzo o quarto grado, o incontinenza fecale, o prolasso genitale o dispaurenia, risultano spesso da un trauma ostetrico e sono generalmente collegati al primo parto. Lo scopo dello studio proposto è stato quello di analizzare, da un punto di vista fisioterapico, e quindi da una prospettiva biomeccanica e di fisiologia muscolare, perché compaiono questi danni, studiando insieme il processo del parto e le vie percorse nella gestione della partoriente nella maggior parte degli ospedali spagnoli. L’analisi del processo del parto, dei differenti tipi di posizione usati nelle prime due fasi del parto stesso, delle cure date alla donna nel puerperio, hanno condotto gli autori a proporre una strategia preventiva globale da portare avanti in tre fasi:

  • Prevenzione pre-natale: una preparazione specifica del pavimento pelvico e della muscolatura addominale dovrebbe essere effettuata durante la gravidanza, usando tecniche di massaggio e stretching manuale del perineo. Inoltre la donna gravida dovrebbe imparare determinate posizioni e metodi di spinta che rendano le prime fasi del parto più semplici. Dovrebbe essere eseguito un trattamento osteopatico delle articolazioni pelviche per facilitare la loro mobilità o liberare blocchi articolari, qualora fossero presenti.
  • Prevenzione durante il parto: durante questa fase dovrebbe essere rispettata la fisiologia e dovrebbero essere eseguite tecniche manuali, basate sulla respirazione e sul respiro per aumentare la protezione del bambino e del pavimento pelvico.
  • Prevenzione post-parto: l’azione dovrebbe essere focalizzata sul pavimento pelvico, attraverso esercizi diaframmatici e addominali o posture e, se necessario, dovrebbero essere intrapresi trattamenti osteopatici nel primo puerperio per facilitare la corretta involuzione dei tessuti molli e delle articolazioni della pelvi coinvolte nel parto. Uno specifico trattamento fisioterapico dovrebbe poi essere proposto alle donne con patologie funzionali 6 settimane dopo il parto.

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lombalgia

Osteopatia e infertilità

J Am Osteopath Assoc. 2012 Oct;112(10):680-4. Combined manual therapy techniques for the treatment of women with infertility: a case series. Kramp ME.

Al momento l’infertilità viene affrontata con terapie ormonali, inseminazione artificiale, fecondazione in vitro. Queste opzioni tendono ad essere molto dispendiose e non sempre coperte da assicurazione, portando con sè rischi di salute a breve e lungo termine. Molti fattori che contribuiscono all’infertilità sono aderenze cicatriziali, restrizioni fasciali e congestione linfatica in regione pelvica. Nello studio proposto sono state trattate 10 donne considerate infertili seguendo un preciso protocollo: individuazione e correzione di asimmetrie pelviche attraverso tecniche a energia muscolare; valutazione e miglioramento della mobilità sacrale con tecniche cranio-sacrali; ricerca e trattamento di trigger points intorno e a livello della pelvi con tecniche di rilascio posizionale; drenaggio linfatico della pelvi e degli organi pelvici e applicazione di tecniche di drenaggio linfatico manuale; valutazione di mobilità e motilità degli organi pelvici e utilizzo di tecniche di rilascio delle restrizioni; riassestamento delle simmetrie e di tutte le mobilità. I trattamenti sono stati ripetuti due volte a settimana fino alla risoluzione delle restrizioni di mobilità. Le donne che sono rimaste incinte entro 3 mesi sono state poi seguite fino al parto.  Sei delle donne trattate hanno concepito entro 3 mesi dall’ultima sessione di trattamento e hanno partorito a termine.

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