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Ansia pre-parto

Molto frequentemente la future mamme, soprattutto alla prima gravidanza, si lasciano prendere dall’ansia durante le ultime settimane di gestazione. La paura del parto può essere relazionata al dolore, all’anestesia o alla salute del bambino. Sono sempre di più le soluzioni offerte per affrontare questa ansia ed è sempre più variegato il team di figure professionali che possono intervenire a favore e a sostegno della donna. Alla terapia psicologica si può affiancare quella fisica, attraverso un trattamento osteopatico. Anche solo il semplice contatto manuale scatena il rilascio di endorfine, quelle sostanze chimiche prodotte dal cervello che danno una sensazione di benessere. Inoltre l’osteopata può andare a interagire con i sistemi neurologici ortosimpatico e parasimpatico, responsabili della regolazione degli stati di ansia/paura/eccitazione. Il trattamento comprende tecniche a livello cranico (sede di emergenza delle fibre nervose del sistema parasimpatico) e a livello dorsale (sede dei gangli del sistema ortosimpatico).

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Per un approfondimento di questo argomento:

J Altern Complement Med. 2012 Mar;18(3):251-7. doi: 10.1089/acm.2010.0853.Stress reduction with osteopathy assessed with GDV electrophotonic imaging: effects of osteopathy treatment. Korotkov K, Shelkov O, Shevtsov A, Mohov D, Paoletti S, Mirosnichenko D, Labkovskaya E, Robertson L.

Preparazione dei tessuti al parto

Il parto è la fase finale della gravidanza che termina con la nascita del bambino. Tutta la gravidanza è stata un momento di grandi cambiamenti per il corpo della donna, e anche quest’ultima fase non è da meno. Infatti durante il travaglio i tessuti molli (muscoli e legamenti), sotto lo stimolo dell’ossitocina, si adattano alla dilatazione vaginale e si preparano allo sforzo delle spinte. I tessuti ossei e articolari modificano i loro rapporti per garantire il corretto passaggio del feto nel canale del parto. Tutti questi cambiamenti avvengono in modo tanto più fisiologico e indolore quanto maggiore è l’adattamento dei tessuti della donna. L’osteopatia può intervenire su questo aspetto soprattutto nelle fasi finali della gravidanza: il lavoro di rilascio e stretching dei muscoli del pavimento pelvico, il lavoro fasciale di mobilizzazione delle articolazioni sacroiliache, pubica e sacrococcigea renderà più elastiche queste strutture. L’accomodamento sarà quindi più rapido e meno doloroso, poichè dei muscoli contratti e articolazioni rigide ostacolerebbero la discesa del bambino nel canale del parto. Le tecniche utilizzate sono tecniche fasciali e indirette, del tutto indolori e innocue per il bambino.

Dismetrie

La differente lunghezza degli arti inferiori si riscontra molto spesso, soprattutto nei giovani. La dismetria può ridursi fino ad annullarsi completamente, ma può anche permanere terminato lo sviluppo. Può inoltre presentarsi in seguito alla riduzione di fratture del femore o della tibia. Tendenzialmente si attua la correzione con un rialzino quando la dismetria è di alcuni millimetri, a volte invece la differenza non viene corretta. In questo caso l’intervento dell’osteopata è molto utile al fine di riequilibrare al meglio tutte le strutture degli arti inferiori, ma anche della colonna vertebrale, che inevitabilmente si devono adattare alla dismetria. Il trattamento osteopatico può aiutare in modo significativo anche il paziente che utilizza il rialzo: è molto importante che articolazioni come caviglia, ginocchio e anca si “assestino” e che quindi il dispositivo non crei dolore o adattamenti errati. In entrambi i casi il trattamento consiste in tecniche di mobilizzazione delle articolazioni coinvolte e tecniche di inibizione e allungamento muscolare.

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Depressione post-partum

La depressione post-partum è quel disturbo dell’umore che colpisce le donne nel periodo immediatamente successivo al parto. Dopo i primi giorni dalla nascita del bimbo la vitalità, l’esuberanza e le energie concentrate verso la cura del piccolo spariscono e lasciano spazio alla tristezza, alla spossatezza e alla mancanza di stimoli. Spesso viene voglia di piangere: è un disturbo che, sebbene per molto tempo considerato come un tabù, è in crescita soprattutto nelle società industrializzate. E’ fondamentale riconoscere il fenomeno, cercare per quanto possibile di prevenirlo e curarlo una volta in atto. Esistono molte misure che si possono adottare, a partire dal supporto del partner, per arrivare eventualmente a  una terapia psicologica. E’ importante praticare un’attività fisica che permetta di staccare per brevi periodi dalla responsabilità della maternità e che consenta alla donna di recuperare il rapporto con il proprio corpo. Può intervenire, in affiancamento alla medicina tradizionale, anche l’osteopatia che, con tecniche specifiche, può interagire con il rilascio di endorfine, quelle sostanze chimiche rilasciate dall’encefalo che danno la sensazione di benessere. Studi scientifici hanno dimostrato come il trattamento osteopatico, associato a terapia medica tradizionale, abbia ridotto in modo molto evidente lo stato di depressione, con risultati decisamente più positivi rispetto ai pazienti trattati soltanto con terapia farmacologica. L’approccio osteopatico in questo caso è principalmente di tipo cranio-sacrale.

Dolori agli arti superiori

L’allattamento, al seno o al biberon, richiede un grosso sforzo alle braccia della madre. Sostenere diverse ore al giorno il peso del bimbo, per quanto leggero nei primissimi giorni di vita, provoca spesso affaticamento a livello dei muscoli delle braccia. Quando non correttamente utilizzati, possono inoltre comparire dolori che coinvolgono tutto l’arto superiore, la spalla e il collo. Se diventano cronici questi dolori possono portare all’assunzione di posture antalgiche e quindi a disfunzioni a livello della colonna vertebrale. E’ possibile prevenire questi atteggiamenti alterati intervenendo il più precocemente possibile. L’osteopatia può infatti dare sollievo a questi dolori con un lavoro di rilascio e defaticamento muscolare, associato a corretti esercizi di allungamento delle strutture interessate. Le tecniche comprendono l’inibizione diretta della muscolatura e la mobilizzazione delle articolazioni coinvolte negli atteggiamenti posturali alterati.

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Dolori lombari e dorsali

Nei primi mesi di vita il neonato ha bisogno di essere accudito in ogni singolo momento della giornata, spesso necessita di essere tenuto in braccio e di essere sollevato dalla culla o  dalla carrozzina. Questi movimenti sono nuovi per la mamma, perciò i muscoli non sono preparati a tali sforzi. Se eseguiti in modo non corretto inoltre possono essere molto stressanti a livello della colonna vertebrale. Succede spesso che compaiano dolori muscolari e articolari a livello dorsale e lombare. Il trattamento osteopatico può intervenire alleviando questi dolori attraverso un lavoro di inibizione muscolare e di mobilizzazione della colonna vertebrale per garantire una corretta distribuzione dei carichi e quindi una corretta esecuzione dei movimenti.

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Dolore post-operatorio

Il parto cesareo viene effettuato sempre con maggiore frequenza, talvolta con l’idea di evitare il dolore della fase espulsiva. In realtà i dolori post-partum sono maggiori e la ripresa del benessere fisico più lenta. La ferita può infatti creare fitte e bruciori nel momento in cui si rimargina e successivamente per le aderenze che tende a creare.  L’osteopata può intervenire solo una volta che il taglio si è completamente cicatrizzato per togliere o prevenire queste tensioni. Inoltre, in base all’approccio olistico su cui si basa la medicina osteopatica, può lavorare sul riequilibrio generale del corpo della donna, garantendone una più rapida ripresa, permettendole di occuparsi al meglio del proprio bambino. Il trattamento consiste in tecniche di inibizione diretta della cicatrice e tecniche cranio-sacrali e fasciali sui diaframmi e sulle membrane a tensione reciproca.

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Dolori pelvici e incontinenza urinaria da sforzo

Il dolore pelvico e l’incontinenza urinaria da sforzo sono disturbi che compaiono frequentemente in seguito a un parto naturale, specialmente se la fase espulsiva è stata molto rapida o al contrario eccessivamente lunga. In tal caso le strutture del pavimento pelvico sono sottoposte a un ulteriore stress. I muscoli nel momento di massima dilatazione, tendono a lacerarsi e, se questo non avviene in modo corretto, viene praticata l’episiotomia, un taglio che permette l’aumento del diametro vaginale. In entrambi i casi le strutture muscolo-tendinee del pavimento pelvico subiscono un trauma non indifferente e il recupero può essere doloroso e non perfettamente funzionale. Le aderenze che si creano a livello della cicatrice dell’episiotomia e le tensioni muscolari possono provocare delle fitte dolorose e perdita involontaria di urina. Fondamentale è il recupero del tono muscolare attraverso esercizi di rinforzo mirati. L’intervento osteopatico ben si affianca a questi esercizi, attraverso un rilascio del pavimento pelvico e un riequilibrio della struttura, in modo che il rinforzo muscolare sia il più efficace possibile. Il trattamento consiste in tecniche dirette di inibizione della muscolatura, che sfruttano la respirazione della paziente e di riequilibrio della pelvi.dolori_pelvici

 

 

Presentazione podalica

Durante le ultime settimane di gravidanza il feto dovrebbe compiere un movimento di rotazione per posizionarsi con il capo verso il basso, pronto per nascere. Le presentazioni possono essere oltre che cefalica anche podalica o di spalla. La posizione fisiologica e più frequente è quella cefalica, ma il 4% dei nascituri non compie la rotazione attesa e permane podalico. La posizione assunta dal feto ha un’importanza notevole perchè andrà a influenzare il travaglio e le modalità di parto della madre. E’ molto raro che venga eseguito un parto naturale con una presentazione podalica, sempre più spesso si ricorre al cesareo. Talvolta vengono eseguite delle manovre interne o esterne per indurre la rotazione del bambino prima o durante il parto. Tali manovre sono molto invasive e hanno un alto rischio di compromettere la salute del feto. Abbastanza frequentemente il trattamento osteopatico può ovviare a queste tecniche, infatti la rotazione del feto è strettamente influenzata dai rapporti articolari del bacino e dalle tensioni a livello pelvico. Spesso il nascituro non riesce a posizionarsi correttamente a causa di disfunzioni delle strutture che lo contengono. L’intervento osteopatico va a valutare e a trattare proprio queste strutture, portando un equilibrio a livello del bacino tale percui il feto possa girarsi in modo fisiologico, evitando manovre invasive e pericolose. Il trattamento osteopatico consiste di tecniche del tutto innocue a livello di muscolatura glutea, paravertebrale e del pavimento pelvico, che viene inibita, e a livello dei legamenti sacrali, che vengono detesi in modo indiretto.

Affanno

Nel terzo trimestre di gravidanza il fondo dell’utero sale oltre l’ombelico, per arrivare a pochi centimetri dal diaframma nell’ultimissimo periodo di gestazione. Questo ingrandimento fa sì che vengano compressi tutti gli organi addominali. L’aumento di volume implica un aumento delle pressioni addominali e quindi una spinta degli organi interni contro il diaframma. E’ proprio questa spinta che crea tensione a livello diaframmatico e quindi la sensazione di affanno. Il diaframma è infatti il muscolo deputato alla respirazione e che dà la sensazione di mancanza del respiro quando sottoposto a stress (anche se in modo fisiologico come avviene in gravidanza). L’osteopatia può intervenire riportando equilibrio a livello della gabbia toracica per garantirne la miglior funzionalità possibile, seppur in condizione di stress. Le tecniche comprendono un’inibizione diretta del diaframma e un rilascio delle strutture circostanti (pilastri, muscoli paravertebrali, fascia toraco-lombare, pavimento pelvico) che lavorano in stretta connessione con tale muscolo.