Il dolore compare in circa la metà dei pazienti oncologici, la maggior parte delle volte per l’attivazione dei nocicettori (fibre nervose che danno la sensazione di dolore), a causa del danneggiamento meccanico o chimico dei tessuti interessati. Il dolore neoplastico è molto acuto e invalidante e interferisce enormemente sullo stato psicologico del paziente, essendo associato a rabbia, ansia e paura. Il trattamento manuale viene sempre più utilizzato in associazione alla terapia medica classica come palliativo. L’osteopatia infatti non può combattere il tumore nè rallentarne la progressione, può tuttavia migliorare la qualità di vita del paziente adoperandosi per alleviarne i dolori. Il trattamento consiste di tecniche di riequilibrio della zona interessata e di quelle adiacenti, lavorando su quelle disfunzioni presenti in modo indipendente dalla massa neoplastica. Il trattamento fasciale e quello cranio-sacrale possono poi intervenire interagendo sulla percezione del dolore. Le tecniche utilizzate sono molto delicate, al fine di evitare un incremento della vascolarizzazione, controproducente nel caso di massa occupante spazio.
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